Ho chiesto a Francesco Panella di dirci cosa ci raccontano le api.
(Che a quanto pare, ed a ragion veduta, sono le più grandi fan dell’agricoltura sana e bio).
“Quando i consumatori hanno cominciato a preoccuparsi dei pesticidi nel piatto ed a voler essere più consapevoli degli aspetti produttivi che spesso fanno un uso strabordante di molecole biocide, le multinazionali agrochimiche si sono preoccupate e sono corse ai ripari.
A Quali ripari sono corse le multinazionali?
Hanno alterato le molecole per produrre alimenti con un cocktail di pesticidi, ma nei limiti di legge, e hanno inventato nuove molecole micidialmente efficaci a tal punto da essere efficaci in quantità infinitesimali.
I nuovi biocidi derivati dalla nicotina che bloccano le sinapsi cerebrali (identiche in insetti e forme di vita superiori) si sono rivelate di tossicità eccezionale. Per eguagliare le tossicità per api e insetti di un grammo del neonicotinoide Imidacloprid sono necessari 7,300 Kg del micidiale DDT!
Dalla fine degli anni 90 gli apicoltori hanno denunciato gli effetti devastanti sulle api:
-In Francia gli effetti mortali sulle api sono stati causati dall’utilizzo della semente di girasole conciata con neonicotinoidi.
-In Italia e altri Paesi europei la dipersione di polveri venefiche deriva dalle conce con neonicotinoidi dei semi di mais.
Bayer e Syngenta perdono due ricorsi giudiziari.
Nell’autunno 2008 a fronte delle ingenti morie d’api in tutt’Italia il governo italiano è costretto a sospendere precauzionalmente l’autorizzazione dell’uso dei concianti sistemici. Bayer, Syngenta e BASF si oppongono ma perdono clamorosamente due ricorsi giudiziari.
La sospensione in Italia è poi prorogata di anno in anno, nonostante le resistenze istituzionali e di gran parte delle associazioni agricole, grazie al costante impegno e denuncia di un’ampia e determinata “coalizione” animata dalla rete dell’Unione degli apicoltori (Unaapi) e dalle associazioni ambientaliste LegAmbiente, Greenpeace. La sospensione dei concianti sistemici nel 2013 diviene europea.
Successivi monitoraggi pubblici (Apenet prima poi Beenet in Italia), in aggiunta alle indagini scientifiche della stessa agenzia europea Efsa, accertano e certificano che l’autorizzazione delle tre molecole neonicotinoidi è basata su procedure falsate: a livello comunitario per quanto riguarda l’autorizzazione delle molecole, a livello nazionale per l’autorizzazione dei preparati.
A maggio 2018 l’Europa, decide finalmente, di vietare tutti gli usi (ad eccezione dell’uso all’interno delle serre sempre chiuse) delle tre molecole insetticide più potenti e tuttora più usate al Mondo.
La buona novella: L’agricoltura non ha bisogno di nicotinoidi
Va rimarcato che:
- contrariamente alle catastrofiche previsioni della lobby della chimica e di gran parte delle rappresentanze agricole, il divieto dei concianti neonicotinoidi si è rivelato tutt’altro che un disastro per la produzione nazionale di mais.
- negli anni successivi all’entrata in vigore del divieto si sono affermate tecniche agronomiche meno impattanti, tant’è che il 2012 è stato anno storico di sovrapproduzione nazionale di mais.
- l’Agenzia regionale Veneto Agricoltura indica la necessità di concianti del seme di mais (non insetticidi ma fungicidi) nel 2019 solo su un massimo del 4% della superficie maidicola del Nord Est.
L’alternativa alla chimica in agricoltura è reale e possibile. Basta impegnarsi a cercarla e a costruirla.
Se questa scelta non avverrà con consapevolezza sappiamo che otterremo come risultato, accertato scientificamente, di vedere scomparire, in soli 20 anni, il 75 % degli insetti in Europa. ”
Testo scritto per portaNatura da Francesco Panella, giugno 2019
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